L'ALCHIMIA DEGLI OPPOSTI | IL MATRIMONIO ALCHEMICO

Quello di cui stiamo parlando è Il “matrimonio alchemico”, il potere dell’integrazione degli opposti.
In questa conciliazione delle parti si da modo di rendere fertile la relazione.
Questo concetto va ben oltre ovviamente l’aspetto puramente “riproduttivo” che possiamo attribuire al matrimonio secondo la nostra cultura.
È indubbio il significato generativo che nasce dallo sposalizio. Ma più che parlare di due polarità che danno vita ad un “altro”, entità individuale e separata da chi la ha generata, si tratta di un’unione che rende complete e nuove le due parti che diventano loro stessa una, compiuta appunto.
Questo è un aspetto sottile che potrebbe sfuggire nella nostra cultura votata all’individualità esasperata. Creare il nuovo, essere padri e madri in senso biologico e simbolico, può essere frainteso con il bisogno di lanciare il seme del nuovo fuori da noi. Una frammentazione continua che non comprendiamo se non ricordiamo invece che per generare la compiutezza, serve integrare in sé le polarità. Ri-congiungersi con se stessi è semmai propedeutico per pensare che, quello che genereremo a nostra volta, sia un frutto più vicino a quella completezza. Ovviamente dobbiamo sganciarci dal tema propriamente biologico. Ogni “figlio” sarà libero di percorrere strade anche molto diverse o lontane da chi lo ha generato, per quanto integra e “completa” fosse la radice. Invece ogni nostra azione, ogni nostra scelta, emozione o pensiero, saranno generati da quel centro, da quel vuoto fertile e compiuto in sé. Allora la sua risonanza parlerà su quelle frequenze e potrà facilitare le armonie con quanto lo circonda.
Operiamo il “matrimonio alchemico” prima di tutto in noi. In questo nuovo patto portiamo la trasformazione in noi e poi moltiplichiamola tutta intorno.

Andrea Ottaviani1 Comment